Ritornare nella caverna. Un itinerario filosofico dentro la matrice
Si concludono le riflessioni sul film The Matrix Resurrections di Lana Wachowski, uscito nelle sale cinematografiche in Italia il 1 Gennaio 2022. L’articolo contiene anticipazioni sul film ed è il terzo di tre.
“Essere liberi è essere liberatori dal buio”
Tra le critiche che, non tutte a torto, sono state mosse al film, spicca quella di Slavoj Žižek, il quale peraltro ammette candidamente di aver recensito – negativamente – la pellicola senza nemmeno averla vista, convinto che non valga la pena impegnarsi un paio d’ore nella visione. Al di là delle surreali provocazioni a cui il filosofo sloveno ci ha ormai abituati, in chiusa al suo lungo commento egli si augura anche che il quinto capitolo della serie potrà essere
quello che è stata la quinta sinfonia per Šostakóvič, la risposta creativa di un artista a critiche giustificate.
S. Žižek, Il nuovo Matrix è un pasticcio, “L’internazionale”, 1443, 14 gennaio 2022, p. 79
Quello che auspichiamo noi è innanzitutto che Žižek questa volta accetti di andare al cinema, ma anche che la regista si dimostri in grado di proseguire nel sentiero che ha tracciato in questo capitolo della saga. Le scene finali sono dedicate a un dialogo tra Neo, Trinity e l’Analista (e un discorso a parte meriterebbe quest’ultima figura, saggiamente sostituita a quella dell’Architetto in un’epoca, come la nostra, in tutto e per tutto psicologizzata). Quest’ultimo augura ai due eroi di Matrix buona fortuna per il loro proposito di liberare altre menti: verosimilmente si ritroveranno infatti a dover combattere contro gli stessi esseri umani che i due intendono emancipare dalla coltre di incoscienza nella quale sono avvolti. Non si tratta più di stabilire, binariamente, una distinzione tra una condizione di schiavitù e una di libertà: ora lo scenario è tale per cui sono gli uomini stessi ad aver sviluppato un forte attaccamento alla loro condizione di dipendenza dalle macchine, un vincolo che li connota nel profondo, li fa essere ciò che sono e al quale pertanto non sono disposti a rinunciare. Se il primo episodio mostrava il percorso di liberazione di un uomo dalle catene dell’ignoranza, dal quinto ci aspettiamo di vedere quali saranno le conseguenze del rientro del liberato nella caverna: è questo un momento cruciale, l’imprescindibile conclusione che illumina di senso l’intero percorso, ma che al contempo, espone l’eroe al pericolo di venire frainteso o peggio brutalmente sopraffatto da coloro che nell’ignoranza e nella dipendenza hanno trovato la forma di vita più confortevole.
Questo articolo è pubblicato anche su ‘Scenari. La rivista di approfondimento di Mimesis edizioni‘.